Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Modena

Il Dott. Agr. Piercarlo Cintori ha inviato il seguente contributo:

Utilizzo agronomico dei fanghi biologici di depurazione

Su una certa stampa locale, reputo esclusivamente per motivi sensazionalistici , quest'estate si è molto parlato di utilizzo agronomico di fanghi di depurazione biologica in termini allarmistici ed assolutamente privi di fondamenti tecnico - scientifici.

Articoli riguardanti lo spandimento di "fanghi mescolati a metalli pesanti..." hanno fatto certamente sorridere gli addetti ai lavori, ma creato psicosi e malinformazione nella gente comune e, cosa ben più grave, criminalizzato gli agricoltori ed i tecnici che operano nel settore nel pieno rispetto delle severi disposizioni che lo regolano .

Questa pratica agronomica è, infatti, normata da una legge (Dlgs 99/92) che sicuramente, alla luce dei suoi dieci anni di vita, dovrà a breve subire qualche modifica , ma che, nel complesso, ha permesso di sviluppare e strutturare un settore nel rispetto di doverose garanzie igienico-ambientali (solo fanghi con modeste quantità di metalli pesanti e privi di agenti patogeni possono essere utilizzati in agricoltura) ; la validità agronomica e la non pericolosità dell'operazione sono state ormai più volte ribadite da studi e sperimentazioni anche universitarie (tra la notevole bibliografia scientifica reperibile, posso menzionare l'estratto comparso sull'Informatore Agrario 19/2000 "Utilizzazione di fanghi di depurazione in agricoltura: risultati di nove anni di prove" a firma G. Baldoni e G. Toderi (Università di Bologna), L. Cortellini e P. Mantovi (CRPA di Reggio E.) che nelle considerazioni conclusive afferma ".. L'utilizzo agricolo dei fanghi di depurazione secondo le metodologie previste dall'attuale normativa, si dimostra, sulla base dei risultati della presente sperimentazione, pratica consigliabile, anche qualora protratta per svariati anni".)

E del resto l'utilizzo di fanghi biologici a fini agronomici è, nella nostra Regione, prassi ormai consolidata interessando circa 10.000 Ha di territorio agricolo e si sta rivelando sempre più una valida risorsa specialmente per quelle aziende con terreni pesanti e senz'altro poveri di sostanza organica, ormai da decenni interessati unicamente da concimazioni minerali.

In particolare nella nostra "Bassa" le alte produzioni realizzate (particolarmente di barbabietole, pomodori e sorgo) hanno provocato fenomeni evidenti di stanchezza dei terreni e depauperamento della fertilità organica che non è più stata reintegrata a causa della scarsa (e costosa) reperibilità di idonei concimi ed ammendanti organici.

D'altro canto la produzione sempre maggiore di rifiuti nelle città e nelle industrie agroalimentari sta creando notevoli problemi di smaltimento anche per quei sottoprodotti che presentano ancora un'elevata valenza economica e che, in ottemperanza alla filosofia delle recenti normative, Dlgs 22/97 in primis, dovrebbero essere avviati ad un razionale recupero.

E' questo il caso dei fanghi biologici residuati dalla depurazione delle acque reflue urbane e delle industrie agroalimentari, considerati rifiuti speciali non pericolosi destinabili al recupero per il loro grande patrimonio di elementi organici ammendanti e fertilizzanti e che, se rispondenti ai severi parametri stabiliti dal Dlgs 99/92, vengono proficuamente utilizzati nei suoli agricoli anche della nostra Provincia incontrando sempre di più il favore degli agricoltori , grazie anche ai contributi disponibili.

Questo ammendante utilizzato nelle aziende in base alle direttive del Dlgs 99/92 proviene dai processi di depurazione effettuati presso impianti altamente strutturati e tecnologicamente all'avanguardia che producono, come risultato delle fasi depurative delle acque, un materiale eccezionalmente ricco di sostanza organica che presenta caratteristiche chimico-fisiche paragonabili a quelle del letame .

In particolare, per quanto riguarda il fosforo e l'azoto, la buona dotazione espressa dai fanghi utilizzati in campagna implica un apporto considerevole di tali elementi al terreno sì da poter soddisfare quasi integralmente i fabbisogni delle colture in rotazione come anche evidenziato recentemente dagli stessi autori prima menzionati e comparso sull'Informatore Agrario 41/2002 "Fertilizzare le erbacee con fanghi di depurazione: 12 anni di prove con rotazione frumento-bietola-mais" che asserisce nella presentazione:" Le prove hanno posto a confronto il testimone, con sola concimazione minerale fosfatica, con 3 tesi a livelli crescenti di urea e con 12 tesi che prevedevano l'utilizzo di 3 tipologie di fanghi (liquidi, disidratati e compostati) a due dosi, integrati o meno da urea. Tutti i materiali organici sono apparsi proficuamente utilizzabili, determinando buone rese produttive per tutte e tre le colture". Nello specifico, molto sommariamente, possiamo affermare che il valore ammendante e concimante di un fango di depurazione a norma ( e quindi con basso contenuto di metalli pesanti) è fornito dai seguenti componenti:

Azoto

E' presente nei fanghi in forma organica (e quindi a lento rilascio) ed in forma minerale immediatamente disponibile per le colture. L'azoto organico va incontro a mineralizzazione già entro il primo anno di somministrazione secondo una percentuale che dipende dalle condizioni climatiche e dal tipo di terreno. Da tener presente che durante le fasi dello spandimento e nel periodo che intercorre tra la distribuzione e la sua utilizzazione da parte delle colture si verificano delle perdite dovute a volatilizzazione di ammoniaca e a percolazione.

Fosforo

Si trova nel fango principalmente in forma inorganica, che è quella principalmente assimilata dai vegetali, e resta assimilabile per più cicli stagionali.

Potassio

La quota presente nel fango è relativamente bassa e tuttavia può essere considerata interamente disponibile già dal primo anno.

Sostanza organica

L'apporto di sostanza organica costituisce uno degli aspetti più interessanti dell'impiego dei fanghi di depurazione in agricoltura; mediamente essi ne contengono una percentuale pari a circa il 70% e, pur se la componente humifera è scarsa, i fanghi rappresentano un prezioso contributo alla fertilità biologica del terreno.

Grazie quindi all'utilizzo di fanghi di depurazione si può arrivare a ridurre di gran lunga l'utilizzo di fertilizzanti minerali per il reintegro degli elementi nutritivi dei terreni coltivati, con innegabile beneficio sia economico che di tutela ambientale

Questa pratica agricola , quindi, dovrà sempre più radicarsi nell'interesse sia del mondo agricolo che dell'intera società per i notevoli vantaggi ecologici ed economici che può apportare purchè vengano attuate le misure garantiste stabilite dalle norme attraverso la consulenza specialistica dei tecnici agricoli ed i controlli analitici degli organi istituzionali a ciò preposti. Nell'interesse di tutti si auspica un sempre maggior coinvolgimento dei Dottori Agronomi nel settore sia nella fase autorizzativa (oggi chiunque può richiedere un'autorizzazione o presentare una notifica per lo spandimento di fanghi !!...) che nelle operazioni di campo per assicurare che una valida pratica agronomica non si identifichi in un moralmente poco lusinghiero smaltimento di rifiuti.

Dott. Agr. Piercarlo Cintori.

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